Inaugurazione ciclo conferenze-mostre “Profili d’Artista” 2011-2012
L’opera di Laura Frus ha la capacità di comunicare con il doppio linguaggio della leggerezza e della forza tutta la complessa profondità della sua ricerca, frutto di un pensiero che attraversa l’Occidente per incontrare l’Oriente lungo un tracciato di bellezza e di armonia.
Anche la pittura, la scultura e il disegno si fondono sulle sue tavole: legni, gessi, tele trattate, in un insieme di accordi dove ogni elemento contribuisce con differenti voci al canto di un coro che parla di infinito, di ricerca tra meditazione interiore e spazio dell’universo cosmico, di ere senza tempo e luoghi dell’anima.
Laura Frus, attraverso un gesto artistico che sgorga libero e pienamente espresso grazie ad una maestria tecnica maturata sulle basi di un rigoroso iter professionale, estrinseca una poetica pervasa di profonda riflessione intimista e da intensa ricerca sul piano teorico-storico-filosofico.
Partita da un’indagine formale e cromatica, sviluppata su basi di costruzione concettuale, è approdata recentemente ad una elaborazione vòlta alla connessione tra spirito e arte, tradotta in cicli di lavori che hanno per tema l’esplorazione della geometria sacra, il mandala, il fiore della vita, il suono cosmico di Om.
Ciò che rende originale e inconfondibile la sua arte è l’idoneità del linguaggio con cui affronta simbologie e alfabeti atemporali, evocandone il rispetto e il mistero con declinazioni personali piene di coinvolgimento di verità, pervase di desiderio di conoscenza e di condivisione di un sentimento profondo lungo un cammino che è scoperta di vita e di speranza.
E’ così che si apre sui suoi lavori il “Fiore della vita”, uno dei simboli più antichi scoperti sul nostro pianeta, e il cui segreto ha affascinato scienziati e matematici, esoteristi e storici. Ricreandone il disegno, traccia solchi su campiture di blu cobalto e oltremare, su gessi scalfiti o su fondi ancora dominati dal caldo avvolgente dei pigmenti puri ocra gialla, terra di Siena, rosso cadmio su tela. Con ritmi sempre diversi, pur nella continuità stilistica, prendono poi vita i Mandala, o i grandi cerchi in legno sui quali imprime segni e “parole non parole”, come antichi messaggi dove il tempo non ha passato né futuro, ma solo percezione di consapevolezze che superano la materia legando la terra al cielo.
Un’opera, la sua, che parla senza gridare ma afferra l’attenzione e conduce con la raffinata eleganza di un segno che cattura in un mondo dai mille volti, dove ogni cosa trova il proprio senso e ogni dolore trova il suo superamento nella gioia.
Silvana Nota